martedì 22 ottobre 2013

La coerenza del pilone

Un pilone, si sa, è stupido o almeno lo era, ai tempi del rugby 
che fu!
Gente che sa solo spingere, placcare, prendere in mano quella
palla e andare dritto, a contatto, a sfondare. Nessuna finta,
nessun gioco di gambe, nessuno schema, troppo grosso e pesante,
troppo stanco per aver appena dato tutto se stesso in quella
spinta appena conclusa, per poter pensare a qualcosa di più
intelligente di "ora prendo palla e vado dritto".

Il pilone indossa una maglia e dal momento in cui lo fa quella
maglia diventa un tatuaggio: impossibile da togliere.
Si, anche lui avrà momenti di debolezza, arriverà il fine partita
in cui penserà che prende troppe botte per una squadra che vale
nulla, che non è organizzata, che non la pensa come lui, che
all'allenamento sono sempre troppo pochi, che non ne vale proprio
la pena, che magari è anche arrivata l'ora che "vaffanculo il
rugby"!

Ma quella maglia...quel tatuaggio sulla pelle...sono scelte dalle
quali è difficile tornare indietro.

Il vecchio pilone continuerà sulla sua strada, farà ancora una
volta l'unica cosa che sa fare, raccoglierà ancora una volta quel
pallone da terra, dal mezzo di quella selva di gambe intrecciate,
lo metterà sotto il braccio, abbasserà la testa, farà appello a
tutto il suo cuore e, ancora una volta, caricherà come un toro,
per guadagnare altro mezzo metro di terreno in nome di una 
maglia, di quella maglia, di quei colori....di quella scelta.