domenica 16 ottobre 2011

Rugbyman

20 anni o quasi di rugby non passano senza lasciare un segno. Anzi, ne lasciano parecchi, sulla pelle, sulle ossa e soprattutto nel cuore.

Carlo Gobbi, giornalista de La Gazzetta dello Sport, dice "Non è un caso che in inglese non si dica rugby player, cioè giocatore di rugby, ma rugbyman, cioè rugbysta.". In questa frase c'è una grossa verità.
Un giocatore smette di essere tale nel momento in cui appende gli scarpini al chiodo ma non perde il titolo di  rugbysta! Rugbysti si resta per tutta la vita.

Tanta gente ben più qualificata di me, ha già spiegato il perchè di questa continuità, di questo matrimonio indissolubile che si crea tra questo gioco, il suo spirito, e i suoi interpreti, non sarò quindi io a tentare una nuova spiegazione.

E' indescrivibile il senso di orgoglio che ho provato oggi, 16 ottobre 2011, nel vedere mio figlio di nemmeno 5 anni stringere a se quella permalosa palla ovale e correre verso la meta....ho pianto di commozione.


Ha 5 anni, deve solo divertirsi, godersi all'aria aperta la
compagnia dei suoi compagni di squadra e io devo tenere a freno
la mia voglia di insegnargli quel poco che so.

Goditi questo sport piccolino mio, cresci coraggioso, non avere
paura dei colpi che prenderai, riuscirai sempre a rialzarti e se
non riuscirai a farlo da solo, sappi che ci sarà sempre qualcuno
che ti aiuterà a farlo, per poi ricominciare più forte e deciso
di prima; impara a sostenere gli altri e lascia che loro
sostengano te perchè solo vivendo e credendo nella squadra potrai
realizzarti come individuo.

Ecco il mio campioncino


Daje forte piccolino mio...

sabato 8 ottobre 2011

Revisione forcella

Bella giornata di sole, mi dedico alla forcella della mia Benelli 354 Sport II....il lungo restauro prosegue!
L'avevo abbandonata dopo aver svuotato gli steli dall'olio e aver riavvitato i tappi superiori, questa la situazione

Smonto la piastra di sterzo inferiore e sistemo i bulloni nella loro sede, così da non dimenticarmene la disposizione

Smonto gli steli e fotografo la disposizione dei pezzi, così da avere una sorta di spaccato.

 I para olio sono quattro, due per stelo ovviamente, della misura 42-32-7/9.
L'Ariete li ha a catalogo con codice ARI.011

lunedì 3 ottobre 2011

Resta libero

I Clash, me li facesti conoscere tu e da lì restarono una delle colonne sonore della mia, della nostra, inquieta gioventù.

Oggi mi è capitato di riascoltare questa....come non dedicartela!

Ciao bello.....resta libero!


Ci siamo incontrati quando andavamo a scuola
non abbiamo mai preso merda da nessuno, non eravamo matti
I prof dicevano che eravamo stupidi
noi ci stavamo solo divertendo
Abbiamo pisciato su tutti
In classe
Quando siamo stati buttati fuori sono uscito senza troppe preoccupazioni
alla fine volevamo andare a ballare
giu per Streatham sul bus

mi facevi sempre ridere

mi hai portato in brutte risse
mi hai insegnato il biliardo la notte
fumando mentolo

Mi esercitavo giornalmente nella mia camera
Tu eri giu tra la folla pianificanto la prossima mossa
facendo casino
hai pestato il tipo sbagliato
tutti per te i tre
anni a Brixton (NDR citta con un carcere)

Ho fatto del mio meglio per scrivere
Com'era Butlins? (NDR il carcere)
I secondini erano troppo duri?
quando uscirai
colpiremo la città
la bruceremo questa merda
in cenere

perché sono passati anni e le cose sono cambiate
e io in ogni caso mi muovo, voglio andare
non dimenticherò mai il sentimento che ho
quando sentirò che sei a casa
non scorderò mai il sorriso che avrò
perché sapevo dove volevi essere
e se sei in forma stanotte
Bevi qualcosa per me
Ma vacci piano.. passi leggeri.. resta libero

sabato 20 agosto 2011

Verniciatura motore

Eh si, c'è voluto un po' di tempo, parecchio tempo anzi, ma alla fine eccomi qua a raccontare della verniciatura
del motore del mio amato Benelli 354 Sport II.
Questo racconto non può che iniziare da lontano e da un sito, Anima Guzzista, sul quale ho fatto un incontro particolare, illuminante direi!

E che c'entrano le Guzzi con le Benelli????

Nel 1971 l'imprenditore italo-argentino Alejandro De Tomaso rileva Benelli (e MotoBi) salvamdola dal fallimento;
nel 1973 acquisisce anche Moto Guzzi, o meglio la Società Anonima Moto Guzzi.
Nel 1988 De Tomaso decide per la fusione dei due marchi, nasce così la  Guzzi-Benelli Moto (G.B.M. s.p.a.) che tale resterà sino al 1996, anno in cui la Finprogetti, società alla quale nel 1994 De Tomaso delega la gestione della G.B.M., decide di separare nuovamente i marchi.
Mandello del Lario e Pesaro: 400 km circa di distanza, uniti dalla produzione industriale di moto.
Quindi, nel 1985, anno di produzione del mio 354 Sport, Guzzi e Benelli erano praticamente la stessa cosa, condividevano progetti e quindi meccanica e altre diavolerie delle loro moto.

Anima Guzzista è quindi stato per me un infinito pozzo di informazioni, con tutti i suoi frequentatori, veri appassionati e conoscitori della storia e di quasi tutti i bulloni che concorrono a formare una Moto Guzzi.....e una Benelli!
Bene, al momento di verniciare il motore chiedo come reperire il codice colore, dove trovare la vernice, come verniciare....insomma tutte le informazioni e i mezzi necessari all'operazione.
E' in questa fase che per mia fortuna e sua disgrazia mi viene detto "Guarda, se hai bisogno di orientarti nel mondo dei colori e delle vernici, chiedi a Ticcio93, lui sa tutto....fidati".

Seeeee, e chi sarà mai sto Ticcio93, mi chiedo?

Vabbè, gli scrivo, gli spiego il problema e Ticcio si rivela competente ma soprattutto simpatico e disponibile, un toscanaccio di quelli veri, schietti, aperti al mondo con ottimismo....insomma una gran bella persona!
230 km separano casa sua dalla mia ma lui non fa una piega, aspetta che le ferie, sue  e dell'amata moglie abbiano inizio, mette l'aerografo in una sacca, 4 maglie, tutte immancabilmente griffate Moto Guzzi, nella borsa laterale, fa salire quella santa donna sul sedile posteriore, inforca la sua Moto Guzzi Stelvio e si fionda a casa mia con una missione: quel motore deve essere verniciato "a modino"...wow....ho trovato un pazzo!

Dopo tante mail e qualche telefonata dove lo torturo su sta vernice che non trovo, finalmente conosco di persona Ticcio93, all'anagrafe Simone; sono le 16 circa di lunedì 8 agosto.

Ci siamo sentiti e scritti per quasi due mesi ma un po' di imbarazzo è normale che ci sia; lo porto a casa mia, gli faccio vedere il posto un po' arrangiato dove faccio i miei lavoretti, due battute sulla manichetta per l'aria compressa che io non avevo e che lui mi ha suggerito di acquistare, gli offro una birretta (ha mai ammazzato nessuno e poi fa caldo!!): quale modo migliore di rompere il ghiaccio se non fare quattro chiacchiere su moto, motori, accessori e....colori!

Si perchè Simone al posto del sangue ha un arcobaleno, traspare la sua passione per questo argomento, ha gusto fine e occhio esperto per il dettaglio, dategli un compressore e un aerografo e lui vi colorerà il mondo e lo farà solo per il gusto di vedere un mondo più bello!!!

Alle 17 circa arriva anche il mio amichetto di scorribande, Giancarlo; chi è Giancarlo potete scoprirlo qui, in questa sede dirò solo che è un pezzo del mio essere motociclista, con lui si chiacchiera di vita, di moto, di come avvitare e svitare bulloni, di carburatori e di quale modifica sarebbe bello fare.
Ha solo un difetto: ha una BMW, una R1200GS...nessuno è perfetto!

Puliamo e sgrassiamo per l'ultima volta le superfici da verniciare, Simone mi suggerisce, senza alcuna presunzione o invadenza, come procedere e si decide per la verniciatura di tutto il motore tranne coperchio valvole e carter vari: quelli, come da suo suggerimento, li luciderò e subito dopo vernicerò con trasparente bicomponente.
Giancarlo fa domande, è curioso il tipo, vuole imparare!

Ecco Simone, ve lo presento, intento a caricare la sua arma e a spiegarci come fare un buon lavoro


Il motore è sistemato sull'auto-costruito sciupa soldi, Ticcio sicuramente ha mai lavorato in un luogo così improvvisato,


io mi sento quasi in imbarazzo, ma lui non fa una piega, gira attorno al motore, lo osserva con attenzione, spruzza vernice con precisione chirurgica, un altro giro, altro sgurdo e altra spruzzatina...poveraccio, gli tocca pure fare ginnastica!


A lui piace fare queste cose, si vede che lo fa con passione, ci tiene che il risultato sia un bel lavoro....e io mi rassereno un pochetto.
Per l'ennesima volta si improvvisa: serve un supporto adatto alla verniciatura di pezzi piccoli, è infatti la volta della coppa dell'olio e anche questa viene amorevolmente curata da Simone-Ticcio93

Alle 18 Giancarlo va via, ha un impegno con Manuela, la compagna, ma torneranno entrambi all'ora di cena:
se c'è da mettere le gambe sotto il tavolo è là che lo trovate!!

Sono le 19, Simone ha finito di farmi questo infinito favore, torna in albergo a fare una doccia e a prendere Simonetta, la moglie.
Io recluto i mie due figli che vogliono aiutarmi (dicono loro....a me pare che facciano solo un gran casino!) ad accendere il barbecue: stasera si va di verdure (mia moglie è vegetariana) e carne (io no!!) alla griglia!

La serata è un po' "invasa" dall'euforia dei miei due nanetti che tormentano Simonetta per la sua pronuncia toscana (mia figlia si chiama Veronica, ma per i due toscanacci lei è Veroniha e questo incuriosisce i bimbi); la poveretta si dimostra degna compagna di sto mito dall'anima guzzista e dedica parecchio tempo alle due pesti, sempre con molta naturalezza, bontà e umanità. Manuela, per passione artigiana di monili e non solo in vetro, risponde alle domande di Veronica...appassionata infilatrice di perline per fare collanine da spiaggia!

La serata scorre serena, chiacchiere di moto, di Guzzi, BMW e Benelli, di c aspirate, qualche "storia di vita", del colorato (manco a dirlo!) mondo guzzista, un bicchiere (....forse erano due o tre!) di vino e siamo a mezzanotte passata, così....in un batter d'occhio.
Manuela ha sonno....sempre le donne a rompere, sempre sul più bello, e quindi loro vanno a casa.
Il motore è li appeso, ad asciugare, Simone mi dice "prima di andare a dormire, prendi il phon e dagli una scaldata, senza esagerare, appena appena", lo vedo quasi preoccupato che io possa rovinargli il lavoro col mio intervento.

Ciao e a domani.

Martedì 9 mattina io sono al lavoro, Simone e Simonetta (che burlone il destino) fanno un po' i turisti a Ostia antica, l'antico porto di Roma.
Nel pomeriggio, mentre Simonetta gode del relax offerto dalla piscina dell'albergo, io e Simone, Giancarlo purtroppo non è dei nostri, andiamo a fare un giro in moto, a Bracciano e Anguillara Sabazia; pochi km, in pieno relax; un bar sulle riva del lago, quattro chiacchiere davanti ad una birra e un gelato.
Così come il bicilindrico delle sue Guzzi (Stelvio e l'amata V11), quest'uomo emana vibrazioni di umanità che è impossibile non percepire.
Prima di mettere in moto per il ritorno mi dice "Oh, se vuoi prendi pure la mia"...come rifiutare!
E così mi sparo anche sti 70Km sulla Moto Guzzi Stelvio 1200....che giornata!

Altra serata in giardino, con la tavola apparecchiata in modo semplice ma ben piena di cibarie e bevande....devo in qualche modo dirgli grazie, no?! Mia moglie alza bandiera bianca poco prima dell'una, s'è data da fare per organizzare la cena mentre io motociclettavo....grazie piccolé! Alle due di notte io Simone e sua moglie siamo ancora in giardino a guardare le foto delle loro scorribande Guzziste, in compagnia di loschi figuri su California, Nevada e vibranti arnesi simili! Capisco una cosa: dentro una Guzzi c'è il cuore di chi la possiede!
Scopro insomma un altro aspetto del variegato mondo del motociclismo e ne rimango affascinato.

E' mercoledì mattina, passo all'albergo a riportare una giacca (ovviamente con aquila sulla spalla) che Ticcio93 ha dimenticato a casa mia, saluto lui e sua moglie Simonetta perchè stamattina tornano a casa, lasciano il mio motore in questa splendida situazione



e io sono in uno strano stato d'animo: malinconico ma sorridente, sorridente dentro.
Simone trova il tempo di regalarmi una sua polo, ovviamente griffata Moto Guzzi, con immensa aquila sulla schiena ma il vero regalo che mi hanno fatto questi due ragazzi, con la loro umanità e il loro affiatamento come coppia, non è certo questo e nemmeno un motore nuovo fiammante.

In questo mondo che di globale ha solo i consumi, che ci relega all'interno di complesse regole per relazionarci col prossimo, è bello trovare gente che sa comunicare umanità nel modo più semplice e naturale possibile: un sorriso!
L'ultimo regalo è l'avermi fatto capire che il mondo delle Moto Guzzi è uno stupendo mondo a se, che non sono le moto ad avere un anima (come si suol dire) ma che sono in grado di accogliere la nostra anima, sposandosi col nostro modo di essere.
Si, adesso è una Guzzi che voglio (per la gioia di mia moglie!!) e quindi ora sono due le persone cui devo qualcosa motociclisticamente parlando.

E adesso, due note tecniche sullo svolgimento del lavoro.
La vernice utilizzata è della Motip Duplicolor, il codice colore RAL è il 690; si tratta di uno smalto siliconico resistente a temperature sino a 600° che per l'esterno di un motore è decisamente sufficiente. Le bombolette spray si trovano facilmente anche in ferramenta, il maledetto barattolo da 0,750 per verniciare a spruzzo è più complicato. Io, a Roma, c'ho rinunciato, l'ha comprata Ticcio a Grosseto (altro grazie!!) dal suo pusher di fiducia. La Motip, ditta tedesca credo, ha una sede a Cusago (MI), ora che lo so proverò a cercare un rivenditore su Roma.
Perchè, se si trova in bomboletta, sbattersi tanto a trovare quella da usare a spruzzo? Perchè in una bomboletta da 450cc sono presenti si e no 200 cc di vernice, il resto è fatto di additivi che facilitano l'erogazione e la nebulizzazione tramite bomboletta che certo non raggiunge la pressione in uscita di 2,5/3 bar del compressore; la bomboletta quindi non è in grado di raggiungere uno spessore adeguato, a meno di utilizzarne 3 o 4, in più passate: sarebbe sconveniente anche da un punto di vista economico! Lo smalto viene fornito pronto all'uso quindi non è necessario diluirlo.

L'ugello utilizzato è stato da 1,3mm; compressore regolato a 3 bar. Pistola utilizzata Asturo ma la marca poco importa purchè sia di discreta qualità, la differenza sta nell'ugello.

Immediatamente prima di verniciare, abbiamo pulito e sgrassato per l'ultima volta con una bomba chimica fatta di 50% di petrolio bianco e 50% di diluente nitro, steso a pennello. Infine, per rimuovere residui di prodotto e tracce di ossidazione una bella passata con aceto bianco da cucina; asciugato il tutto con aria compressa e infine......VERNICIATO!

mercoledì 10 agosto 2011

Diventerò mai grande?

Questa piccola riflessione nasce da uno stato d'animo generato da questo video....guardalo se ne hai voglia.
 

Fatto? Ok.

Molti appassionati di motociclismo, o meglio di moto turismo, conoscono questo ragazzo, Gionata Nencini. Spesso guardo il suo sito per seguire gli sviluppi dei suoi viaggi.

Premesso che oltre a stimarlo lo considero un gran "furbastro", il sentimento che sorge in me è di....preclusione?!
Tutto ciò che Gionata racconta come semplice da realizzare a me è precluso. Vorrei non fosse così ma quando sei immerso sino al collo nella "vita quotidiana" fatta di lavoro (un male necessario), figli, bollette e quant'altro...beh, resta poco tempo anche per la fantasia.


Alla fine ti rendi conto che in funzione della famiglia e della sua serenità rinunci a molte cose abbandonando ogni idea, limitandoti a guardare di sera i filmati di Gionata su internet, a leggere i libri di Giorgio Bettinelli e di Italo Barazzutti e ti arrendi all'evidenza che oramai hai 42 anni e la tua grande occasione, quella avuta a 20, non l'hai colta e non tornerà più.


So perfettamente che i miei doveri oggi sono quelli che derivano dalla scelta consapevole di diventare padre, domani saranno quelli di figlio, i miei genitori hanno 73 anni, stanno una favola ma per quanto sarà così? Presto dovrò dedicare loro il mio tempo; dopo domani saranno quelli di nonno e/o padre, immagino i miei figli sposati e presi dalla vita "normale" proprio come sono preso adesso io: farà comodo e a volte sarà indispensabile una mano da parte mia a gestire la loro famiglia.


Guardo avanti e vedo poco tempo, sento la vita scorrere via senza avere la possibilità di fare ciò che desidero.

La domanda che mi faccio è: ma quando diventerò grande? Dove per grande intendo privo di responsabilità e quindi libero di "andare". Mi risponde Eugenio Finardi in una stupenda canzone dedicata al padre, quando dice "la teoria della libertà, nella pratica è responsabilità".



In definitiva si può dire che la vita è vissuta in avanti ma capita all'indietro e che noi siamo un mondo in evoluzione, il nostro volere muta man mano che approfondiamo la conoscenza di noi stessi.

sabato 30 luglio 2011

Preparazione alla verniciatura

A motore smontato e pulito saltano fuori le magagne: vernice sbiadita, scrostata, alcune macchie di ruggine: non c'è soluzione va riverniciato.
Si aprono due nuovi capitoli: la vernice da utilizzare e come sistemare il motore durante l'operazione di verniciatura, impensabile farlo da terra.
Mentre cerco su internet informazioni relative alla vernice da utilizzare, penso a come sollevare il motore per renderlo accessibile da ogni angolazione. La soluzione ideale sarebbe una capretta da carrozziere ma costa troppo.
Mentre rimugino svernicio quanto meglio possibile. Utilizzo  punte con setole in ottone per il dremel e un classico sverniciatore chimico.
Sverniciare non è semplicissimo, la zona delle alette di raffreddamento si raggiunge a fatica
ma l'operazione va fatta col massimo impegno per non pregiudicare la successiva fase di verniciatura.

E' giunto il momento di presentarvi lo sciupa soldi. Quando mia moglie ha visto il motore appeso a mezz'aria mi ha guardato un po' sconsolata, direi affetuosamente rassegnata, e mi ha detto "Sei proprio uno sciupa soldi!" e così ho deciso che questo sarebbe stato il nome della "struttura" che mi consente di sollevare il motore da terra e di lavorarci in modo più agevole.


Quello che vedete a sinistra nella foto è il mio capo officina, il mio ingegnere meccanico di fiducia!
Durante il fine settimana appena conclusosi ho iniziato a proteggere le parti che non devono essere verniciate, ho quindi "imballato", munito di pazienza e km di nastro carta e nastro da pacchi, il carter frizione, il carterino punterie e quello dell'alternatore. Mentre impacchettavo il tutto il capo officina se ne esce con questa frase "Sembra un regalo di natale, quest'anno a babbo natale chiedo se mi regala un motore". Ecco l'idea giusta, vincente....i bambini vanno sempre ascoltati!
Avevo il problema di proteggere il coperchio delle valvole perchè ho deciso di non verniciarlo ma lucidarlo e verniciarla con una mano di trasparente per proteggerlo. Ma avete presente quante viti, bordi e sagome strette ci sono su quel coperchio?
Come fare per proteggerlo tutto e bene??
Un bel pacco regalo! Ho deciso di smontarlo e rimontarlo dopo aver frapposto fra lui e il blocco cilindri un foglio di carta da pacchi....grande il mio ingegnere!!
Smonto il coperchio valvole e catalogo i bulloni
 Dettaglio della filettatura sulla quale alloggia la vite senza fine che rileva il numero dei giri
 
 Bulloni, viti e tappi disposti secondo il loro alloggiamento sul coperchio

Ecco il regalo di natale suggeritomi dal mio capo officina
 

Ora il motore è pronto per essere issato sullo sciupa soldi ed essere riverniciato.
Manca solo la vernice corretta che nel frattempo ho scoperto essere la Fiat 690 Alluminio resistente al calore...e dove la trovo?
Leggete il prossimo capitolo!

giovedì 14 luglio 2011

Pulizia del motore




Telaio, forcellone, parafango posteriore e il suo telaietto, piastre sterzo, paracatena e i due cavalletti (centrale e laterale) in questo momento si trovano presso la Antonelli di Roma per l'operazione di sabbiatura e  verniciatura a polvere. Servirà un po' di tempo ma chi si è servito da loro mi garantisce che lavorano davvero bene....vedremo!
Nel frattempo io mi dedico alla pulizia del motore che ne ha davvero bisogno.
Il modo migliore per fare questo tipo di lavori sarebbe poter sospendere il motore a un metro circa da terra ma questo presuppone avere il luogo e l'attrezzatura adatta: sono un hobbista improvvisato e non ne dispongo, lavaro quindi col motore a terra e la cosa complica un po' le operazioni.
Avevo già svuotato il motore dall'olio trovandolo in buone condizioni; Emanuele, l'ex proprietario, ricorda di aver tagliandato la moto poco prima di fermarla definitivamente. Tutto questo mi fa sperare che i pistoni siano "liberi" e di risparmiarmi l'apertura completa del motore.

La prima fase consiste in una profonda sgrassata utilizzando comune gasolio reperito alla pompa di benzina: rende come il petrolio bianco e costa meno della metà.
Pennello, spazzolino da denti, una serie infinita di spazzole in setola dura per il dremel, pazienza e ostinazione e da questa situazione



nel giro di una decina di ore di lavoro si passa a questa




Ricordate il problema del bullone della coppa rottosi nel rimontare la coppa dopo lo svuotamento dell'olio? I fori che ben si vedono nella foto sopra sono passanti, privi cioè di filettatura. Il pezzo del bullone rimasto avvitato nel basamento non ha quindi impedito di smontare la coppa; sono stato fortunato in quanto si è spezzato ad una altezza tale che con un paio di comunissime pinze è stato possibile rimuoverlo.

sabato 11 giugno 2011

Ultimi smontaggi

Ormai il motore è svincolato dal telaio, devo rimuovere solo la catena della trasmissione finale e, ovviamente, i supporti al telaio. Smonto le pedane e il leveraggio del cambio.

La catena è ancora in ottime condizioni (è solo un po' arrugginita ma dato che è priva di o-ring sarà semplice riportarla a nuovo) quindi decido di non tagliarla ma rimuovere il pignone.
Come prima cosa rimuovo il carter; in blu il perno del cambio il cui pedale ho già rimosso, in rosso due delle quattro brugole (le altre due sono in alto) che lo fissano al blocco motore.

Ecco l'interno del carter: interessante il sistema di comando della frizione.

Il cavo collegato alla leva sul manubrio sinistro tira quell'immensa e pesante leva (in rosso nella foto in alto) che a sua volta spinge un perno (in verde nella foto sotto) che attraversa tutto il blocco motore per arrivare a distaccare i dischi frizione. In blu i due bulloni che fissano la flangia blocca pignone: rimossi entrambi si estrae la flangia e il pignone è libero di uscire dalla sua sede.

Per allentare la catena agisco sui registri ruota posteriore per farla avanzare il più possibile: 
 il giochetto ha successo e la catena scavalla il pignone.

E questa è andata!
Passo ai collettori di scarico, i silenziatori li avevo già rimossi. Nessuna difficoltà o particolarità, una foto
per essere sicuro di ricordare tutto e i collettori scendono a meraviglia. In rosso le due mezze-luna che
fungono da spessore.


A questo punto allento tutti i dadi di tutti i supporti motore e faccio fare un giretto a Olga....ovviamente a spinta!
Mi reco da San Tonino, il carrozziere che dista circa 500 metri da casa mia, mi darà una mano a estrarre il motore...sono pur sempre 60/70 kg e la posizione non è delle più agevoli. In due facciamo in un attimo
Riporto Olga a casa, prendo l'auto, vado a caricare il motore per portare anche lui a casa...ecco, ora devo scaricarlo da solo...ora serve il fisico!
Oh issa e il motore arriva a destinazione! La fatica anche se non immane ma c'è stata....mi sono meritato una pausa!


E qui la serie dei supporti motore....manca la serie centrale in realtà, mi perdonerete!
In Rosso > Il perno passante che regge il motore dalla parte posteriore.
In Blu e in Giallo > le staffe di ancoraggio al telaio, lato anteriore.
Come detto manca la serie centrale
Per spogliare del tutto il telaio non resta che rimuovere la forcella. Per rimuovere la piastra superiore ho
dovuto svitare il dado da 32 sul quale campeggia la scritta Benelli, eccone una vista del sotto
Sopra, la forcella smontata.
Sotto, un dettaglio dei tappi della forcella

Alla fine della sessione lavorativa il risultato è questo:


Bene, ora Olga è un ammasso scomposto di ferri vecchi e sporchi! Da oggi si pensa a riportarli alla lucentezza
e funzionalità che meritano.

sabato 28 maggio 2011

Rimozione impianto elettrico

Oggi è il turno del tanto temuto impianto elettrico della mia Benelli 354 Sport II. Eh si, lo ammetto, con le "robe" elettriche non vado molto oltre un relais e un interruttore. Vabbè, non demordo (tanto smontare è facile!) e lavoro con calma, catalogo tutto con ordine e prendo una marea di appunti
Osservando il manuale d'officina si capisce che l'impianto elettrico può essere rappresentato come una Y: il punto della biforcazione si trova all'altezza delle bobine, da lì partono i due rami in direzione dei manubri.


Comincio col rimuovere il quadro strumenti, due viti lo sostengono al telaio, il resto è fatto di fili e cavi (i due
rimandi meccanici per conta giri e tachimetro) da staccare....e catalogare!
Questo il dettaglio del quadro ripreso da sotto
Interruttore freno anteriore
In Blu   > filo rosso/blu
In Rosso > filo rosso


Ulteriore dettaglio del sotto quadro
In Blu   > Rinvio meccanico tachimetro
In Verde > Rinvio meccanico conta giri
In Rosso > Dadi di fissaggio al telaio


Appena dietro il cannotto dello sterzo, sotto il traliccio tubolare del telaio, si trovano le due bobine.
Questa è la bobina sinistra che si rivelerà rotta: il filo che porta l'alta tensione alla candela è distaccato dalla sua sede, l'unico modo per riposizionarlo sarebbe aprire i due gusci termosaldati che compongono la scocca della bobina. Opto per chiamare il mio ricambista e prenotare anche le bobine, previo test di buon funzionamento!
In Blu > La bobina sinistra, alimenta i cilindri 1 e 2
In  Verde > connettore verso strumentazione
In Rosso > il connettore che porta la 12V alle bobine


E questo è il groviglio di cavi e connettori visti dal lato destro della moto.
In Rosso > i cavi che dalla dorsale principale vanno verso il manubrio sinistro;
In Blu > i cavi che arrivano al manubrio destro;
In verde > due piccoli fili di massa collegati all'interruttore delcavalletto, così da non consentire il collegamento a massa, e quindi impedirne il funzionamento, delle due bobine


Ecco quello che, non sapendo cosa sia, ribattezzo "scatolo 4" in onore al fatto che sono 4 i fili a lui collegati;
anche qui, col tempo si impara e rianilazzando l'impianto elettrico sul manuale d'officina, deduco che lo scatolo
4 sia il regolatore di tensione!
In Giallo > Il regolatore
In Rosso > al polo positivo della batteria
In Blu   > Viene dall'alternatore
In Verde > Filo grigio alla scatola fusibili
4° filo > Bianco/nero


Qua sotto ecco l'altro "polmone" dell'impianto, già staccato dalla sua sede per facilitarne la ripresa fotografica:
il raddrizzatore.
Non stacco nessun filo, un po' perchè comincio a essere stanco, un po' perchè non è necessario e soprattutto
perchè rimando la cosa a quando revisionerò il tutto.

Ed ecco affiancati gli ultimi due protagonisti: la scatola fusibili e lo "scatolo bosch", questa volta il nome è
in onore del marchio! Costui resta tutt'ora sconosciuto....devo studiare ancora!

Ed ecco il tutto adagiato sul tavolo, per un ultima foto ricordo prima di essere riposto in un vecchio bauletto
Givi....per un po' starà lì dentro!

domenica 15 maggio 2011

Rimozione impianto frenante




Ed eccoci qua, a frenare, anzi a sfrenare, il Benellino.
L'impianto frenante della Benelli 354 Sport, ma anche quello della sorellina 350RS, è caratterizzato da un sistema brevettato dalla Brembo dotato di ripartitore di frenata. Agendo sulla leva destra del manubrio si agisce solo sulla pinza anteriore destra; agendo sul pedale si agisce sulla pinza anteriore sinistra e su quella posteriore....bizzarro eh?


Svitiamo il dado del tubo del freno dalla pompa posteriore








Dopo essere passato sotto il telaietto che funge da alloggiamento per la batteria, il tubo arriva al ripartitore di frenata da dove si sdoppia: il tubicino metallico in rosso va verso la pinza anteriore sinistra, il tubo in gomma va verso la pinza posteriore, sul lato destro della moto.




Questo è il condotto in ferro che arriva alla pinza anteriore
Seguendone il percorso si arriva all'interruttore, azionato idraulicamente, per l'accensione dello stop.





Questo è il dettaglio del cablaggio elettrico
In  rosso > fili rosso/blu, rosso/blu
In blu   > fili marrone, marrone


Dopo l'interruttore il condotto è non più in ferro ma in gomma; passa a fianco del cannotto di sterzo: eccone il punto d'ancoraggio

Questa è la pinza posteriore....ci sarà da lavorare per revisionarla!!!In rosso i bulloni di aggancio al forcellone

Ecco il ripartitore come appare una volta smontato; si notano lo spillo per lo spurgo (coperto dal gommino) e la mancanza del tappo laterale che però mi dicono non essere fondamentale per il funzionamento...lo scoprirò alla prima frenata!